Le vittime anziane di violenze e reati in genere sono in continuo aumento in Italia. Le cifre sono significative e non sempre sono rappresentative della reale situazione odierna.
A fronte dello slittamento dell’aspettativa media di vita e dell’aumento del numero di persone over 65, il fenomeno è spesso sottostimato di fronte alle notizie di cronaca che si susseguono giornalmente. L’ANAP Confartigianato ha fissato i dati nell’ultima conferenza di aprile 2016.
Facciamo un po’ di chiarezza su di essi e su come comprendere i pericolosi segnali di allarme per denunciare reati connessi al maltrattamento su persone in età avanzata. Parliamo anche di come fare la migliore scelta per la badante più adatta alla reale esigenza.
Si stima che Italia oltre il 56,8% dei cittadini abbia più di 65 anni, pari a ben 13,3 milioni.
Di essi, almeno il 42,1 % è la fetta che denuncia nel 2015 di essere a rischio di subire un atto di criminalità. Il primato lo detiene la Regione Lazio (il 51,6% della sua popolazione senile denuncia la paura), a seguire Veneto (47,8%), Umbria (47,5%) e Lombardia (46,8%). Dati allarmanti se si pensa che riguardano regioni con alcune delle maggiori concentrazioni di persone con più di 65 anni.
Su un campione di più di 3000 persone si è scoperto (ANAP e ANCOS) che oltre il 42% ha denunciato almeno un tentativo di reato negli ultimi 3 anni. Con reato possiamo definire qualunque azione volontaria, che si concretizza in un’azione od omissione tesa a ledere una persona o un suo bene. Ne abbiamo parlato nell’articolo del nostro blog “Truffe agli anziani”. Ci concentriamo oggi sul maltrattamento che l’anziano subisce in casa ad opera della sua badante.
Le vittime sono spesso persone non del tutto autosufficienti o completamente dipendenti da altre. La violenza a domicilio è una delle pratiche più diffuse a danno delle persone più deboli. Spesso mancano strumenti che rilevino obiettivamente azioni dolose, che quindi si perpetrano negli anni e non riescono ad uscire allo scoperto se non agli ultimi stadi o spesso, quando sopraggiunge la morte.
La famiglia in questo deve essere il primo nucleo che monitori il trattamento riservato al malato e ne segua il decorso. Se si è assunta una badante per “passaparola” e senza referenze spesso è possibile che essa si riveli diversa rispetto alle prime settimane di lavoro.
Ciò accade perché essa è consapevole di essere monitorata da familiari ed amici dell’infermo. Atti di cronaca ci abituano sempre più spesso, grazie all’intervento delle Forze dell’Ordine che posizionano telecamere nei luoghi incriminati, di situazioni simili. La o il badante diventa il feroce carnefice di inermi persone che hanno, già di per se’, vita dura data la condizione fisica e/o mentale.
La vittima non ha consapevolezza di ciò che le accade o, come talvolta accade, non riesce efficacemente a comunicare il grado di disagio, in quanto i suoi aguzzini son ben organizzati nel tagliare ogni via di fuga o comunicazione con i suoi cari. Il maltrattamento agli anziani ed ai disabili è all’ordine del giorno.
Accade altre volte che il fenomeno si celi dietro la vergogna di chi non vuole mostrarsi debole o vittima, impedendo alle autorità competenti di intervenire prontamente. Ulteriore aggravio di ciò è la dipendenza che alcuni anziani non autosufficienti hanno con gli abusanti.
Per essere parte attiva in queste situazioni e denunciare spiacevoli accaduti occorre non affidarsi solo alle famiglie di origine, spesso assenti o troppo indaffarate. Se si ha amicizia con le persone danneggiate e si percepisce che vi sia del disagio o atti di violenza, occorre segnalarlo alla Polizia o alle autorità preposte. Quando l’anziano non esce più molto spesso nella propria città, a differenza di prima dell’arrivo del badante, è necessario andarlo a trovare. Qualora il suo tutore vi neghi la possibilità di entrare o, entrando in casa, vi si presenti una situazione di:
bisogna farlo immediatamente presente alla Caserma più vicina.
Sentivate per telefono la persona ed ora non le è più permesso avvicinarsi alla cornetta, a causa di “instabilità mentale”? Intervenite.
Notate alle Poste o in Banca continui movimenti delle o dei badanti che si prendono a carico totalmente movimenti finanziari, senza che la famiglia di origine ne sia a conoscenza? Fatelo presente ai familiari.
Il cosiddetto “passaparola” o il cercare le badanti in parrocchia o tramite annunci non vi assicura persone:
La ricerca va fatta in modo capillare ed accurato, in quanto le cooperative e le agenzie garantiscono l’onesta e la professionalità del tecnico. Hanno avuto modo di esaminarlo più volte verbalmente, di metterlo alla prova, di avere un bagaglio di esperienze con esso che lo rendono imprescindibile.
Il bene del nostro caro è la migliore garanzia che egli abbia per essere tutelato.
Consulta il nostro blog sulla terza età per scoprire altre informazioni e soluzioni utili per migliorare la qualità di vita delle persone anziane.