Con andropausa maschile si intende un decorso causato dal progressivo calo dell’ormone testosterone. Contrariamente a quanto avviene nelle donne, questo differente equilibrio ormonale è molto lento e graduale. Superati i 35 anni di età si verifica una graduale diminuzione della produzione di ormoni maschili. Parallelamente diminuiscono quindi anche i suoi effetti. Tra i maggiori benefici del testosterone figurano la protezione da malattie quali diabete, osteoporosi e patologie cardiovascolari.
Sebbene i sintomi dell’andropausa maschile non appaiano a un’età ben definita, questi hanno generalmente inizio nel periodo compreso tra i 40 e i 55 anni. Spesso il problema si presenta in concomitanza con diversi fattori, tra i quali:
E’ proprio a quest’ultimo che sono strettamente correlati i sintomi dell’andropausa maschile. Si verifica infatti la riduzione dei testicoli, dovuta non solo all’età, ma anche alla minore capacità delle cellule di Leydig di produrre tale ormone.
Il testosterone nell’uomo non agisce solo a livello sessuale. L’ormone maschile influenza in modo diretto anche le dinamiche metaboliche, cardiovascolari, locomotorie, psichiche, comportamentali e sociali. Ciò significa che tra i sintomi riscontrabili troviamo anche irritabilità, un naturale declino delle funzioni cognitive, seppur lieve, e fragilità delle ossa. Altri comuni sintomi di andropausa maschile sono:
Il verificarsi di queste condizioni potrebbe comportare nell’uomo uno stato di irritabilità o depressione, talvolta influenzandone anche l’aspetto fisico. Il processo attraverso il quale si manifestano questi sintomi è molto graduale. Spesso, infatti, un semplice esame per verificare il livello del testosterone nel sangue non sempre è sufficiente a consentire una diagnosi di andropausa maschile.
I sintomi di andropausa maschile più comuni sono quelli legati alla sfera sessuale. Infatti, la riduzione dei valori del testosterone può provocare un calo della libido non solo nei confronti della propria partner, ma dell’attività sessuale in generale. Le erezioni divengono poco frequenti o assenti, la potenza ed il volume dell’eiaculazione si riducono, fino a che non si verifica l’assenza dell’orgasmo.
I sintomi i provocati dalla riduzione del testosterone non sono legati solo alla sfera sessuale. I disturbi causati dalla menopausa maschile riguardano spesso tutto l’organismo. Tendenzialmente si verifica un aumento di peso, con deposizione del grasso a livello dei fianchi, dell’addome e delle natiche. Si presenta una riduzione della massa magra e un lento deterioramento muscolare.
Oltre a queste modifiche dell’aspetto esteriore si verificano anche alterazioni del metabolismo e un aumento del rischio delle fratture dovuto alla riduzione della densità minerale ossea. Sono sintomi di andropausa maschile anche la riduzione del colesterolo HDL e l’aumento di quello LDL, con conseguente aumento delle patologie cardiovascolari. Al verificarsi di tutte queste condizioni è opportuno rivolgersi al proprio andrologo di fiducia per eseguire le indagini necessarie e, se necessario, intraprendere un trattamento.
Risulta difficile definire quali siano i sintomi tipici dell’andropausa maschile. In ogni persona, infatti, si manifestano in maniera differente e particolare. I sintomi sono numerosi e non specifici. L’andropausa non è una condizione facile da diagnosticare. I sintomi possono coinvolgere diversi aspetti della salute dell’uomo adulto e quelli da riconoscere sono:
I sintomi della menopausa maschile sono tuttavia da considerarsi come manifestazioni reversibili. Non bisogna quindi considerare l’andropausa come un declino della condizione di salute generale dell’uomo, ma come uno scompenso ormonale temporaneo. Una terapia ormonale, infatti, è in grado di ristabilire la condizione di salute della persona.
Una vampata di calore consiste in una imprevedibile sensazione di calore intenso, normalmente associata a sudorazione profusa e aumento dei battiti cardiaci. Una caldana si manifesta improvvisamente nella parte superiore del corpo, partendo dal viso, dal collo o dal petto.
Ogni episodio dura diversi minuti e può verificarsi anche durante la notte, provocando così anche problemi di insonnia. Contrariamente alle credenze comuni, anche gli uomini possono soffrire di vampate di calore in andropausa.
Queste possono insorgere nei pazienti, nei casi più gravi, con tumore alla prostata o ai testicoli sottoposti a terapia ormonale androgeno-soppressiva. In alcuni casi queste caldane non sono niente altro che un effetto collaterale di alcuni farmaci o, talvolta, sintomo collaterale di alcune gravi infezioni.
Si può provare a tenere sotto controllo lo stato dell’andropausa anche attraverso piccoli accorgimenti e rimedi naturali. La medicina naturale ad esempio consiglia il consumo di serenoa repens, semi di zucca ed ortica attraverso la fitoterapia.
La serenoa, o sabal serrulata, è in grado di inibire l’enzima responsabile della disgregazione del testosterone. I semi di zucca, invece, grazie al loro ricco contenuto di vitamina E, zinco ed acidi grassi, sono in grado di combattere in modo efficace infiammazioni urinarie e l’incontinenza. Non solo, possono anche migliorare le funzionalità dei muscoli della vescica.
Altri fattori che possono contribuire a combattere i sintomi dell’andropausa maschile sono lo svolgimento di un’attività fisica moderata ed una dieta equilibrata. Se ben combinati, questi fattori possono aiutare l’uomo ad affrontare al meglio questa condizione ormonale.
In molti casi viene consigliata l’assunzione di una terapia ormonale a base di testosterone. Per ristabilire l’equilibrio ormonale in andropausa, infatti, l’integrazione di questo ormone sembra la terapia migliore. Tuttavia non si conoscono ancora gli effetti a lungo termine di una terapia a base di testosterone.
Dopo un’attenta valutazione medica si può cominciare una terapia a base di testosterone. In ogni caso vanno effettuati controlli medici regolari per tenere sotto controllo la prostata e le analisi del sangue. Il testosterone può essere assunto in capsule, tramite iniezioni, cerotti, gel ed iniettori.
Gli effetti collaterali di una terapia a base di testosterone comprendono mal di testa, aumento di peso, acne, calvizie, aggressività e problemi alla prostata. Per questo motivo, infatti, il testosterone non dovrebbe essere somministrato a chi ha la prostata ingrossata. Non ci sono ancora dati chiari sul rischio di cancro alla prostata. Tuttavia sembra che l’assunzione di testosterone in persone che hanno già il cancro alla prostata ne acceleri il decorso.
In uno studio condotto negli Stati Uniti, quasi l’80% dei maschi ultraottantenni presentava post mortem un cancro alla prostata. Nessuno di essi aveva assunto una terapia ormonale a base di testosterone, perciò non sembra esserci una correlazione. Il testosterone, d’altronde, incide sui livelli di colesterolo e sulla produzione di globuli rossi.