Il Punto Unico di Accesso o PUA

Cos’è e come funziona il PUA

L’assistenza alle persone con disabilità o non autosufficienti è un tema ormai oggetto di molti confronti politici e tecnici. Ultimamente si è concretizzato in un passaggio dal termine “cura” a quello del “prendersi cura” della persona, considerando sempre il suo contesto di vita, di esperienza, cultura e necessità. Ci si è focalizzati dunque sull’individuo e sui suoi bisogni, nonché su quelli delle famiglie che lo assistono.

Disabili e persone non autosufficienti in Italia

Secondo i dati ISTAT del 2010 le persone con disabilità dai 6 anni in su che vivono in famiglia sono 2.600.000 in Italia, pari quasi al 5% della popolazione. Per disabile si intendele persone che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società, su basi di uguaglianza con altri”.

Gli appellativi del Punto Unico di Accesso

progetto assistenza disabili e persone non autosufficientiA livello nazionale si è affermata una coscienza sulla necessità di riorganizzare il sistema di servizi integrati per sostenere e garantire tutte le politiche di assistenza per la persona. Tutto ciò è avvenuto a livello nazionale ed il Ministero della Salute ha avviato molteplici attività per superare le criticità inerenti i servizi utili al disabile e agli anziani non più autosufficienti. Il Ministero della Salute, assieme al Centro Nazionale per la Prevenzione e Controllo delle Malattie (CCM), ha promosso e finanziato progetti sulle tali problematiche. Uno di questi è stato coordinato dall’Agenzia regionale della sanità del Friuli-Venezia Giulia e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in collaborazione con molti altri enti di rilevanza nazionale. Per citarne solo uno di essi: la Fondazione IRCCS Istituto neurologico Carlo Besta.

Hanno fatto parte del progetto Il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto, l’Emilia Romagna, La Toscana, la Puglia e la Provincia autonoma di Trento. Il fine ultimo è stato quello di semplificare i processi che accertino la disabilità e la costruzione di un piano per l’aiuto alla persona.

In questo contesto, il Punto Unitario di Accesso, detto PUA, è nato come un modo per organizzare e standardizzare procedure rivolte a individui con disabilità di varia natura e severità, facilitare l’accesso a prestazioni di tipo:

Attualmente il Punto Unitario di Accesso viene chiamato in tal modo in alcune Regioni (vedi tabella sotto), in altre viene denominato Punto Unico di Accessi Socio Sanitario (PUASS) o con altri appellativi. Ma resta sempre un luogo in cui ogni cittadino può chiedere ed ottenere informazioni inerenti tutte le prestazioni sanitarie erogate dalla ASL ed i servizi sociali del Comune. Tale punto si troverà usualmente in un Distretto sanitario od in locali messi a disposizione dal Comune di riferimento. Può essere un valido aiuto anche nelle situazioni in cui si voglia segnalare la necessità di un’assistenza sanitaria o sociale. Od entrambe.

Attualmente vi è un grande interesse delle Regioni italiane nei confronti del PUA, che viene adottato in ben 16 di esse. Viene infatti indicato come un potente ed efficace strumento di intervento per il miglioramento dell’accessibilità a tutti i servizi di competenza territoriale.

All’attivo solo 7 Regioni hanno scelto questa denominazione, di Punto di Accesso Unico. Le restanti 9 hanno deliberato la volontà di scegliere un diverso acronimo. Ma in tutti questi casi, ripetiamo, il servizio proposto ed offerto è sempre il medesimo.

Vediamo di seguito gli acronimi utilizzati per ogni Regione:

denominazione punti unici di accesso ai disabili

Prestazioni garantite dal Punto Unico di Accesso

Secondo l’Agenzia Sanitaria Nazionale (Agenas), gli obiettivi che un sistema integrato di accesso alle cure territoriali persegue possono essere:

1.facilitare la visibilità di tutti coloro che necessitano di assistenza, in modo da rendere i servizi fruibili e idonei all’accoglienza;

2.semplificare le pratiche burocratiche e predisporre informazioni sull’appropriatezza dei servizi proposti. Lo scopo è quello di evitare al cittadino lunghi e faticosi percorsi di ufficio;

3.far fronte alle richieste di individui soprattutto di fascia reddituale bassa ed in condizioni svantaggiate. Alcuni servizi sono garantiti anche alle popolazioni straniere;

aiuto amministrativo pua4.promuovere monitoraggi della popolazione per evidenziare e promuovere l’assistenza, mirata anche alla prevenzione. Costruire percorsi di prevenzione alla disabilità, qualora si renda possibile, ed al mantenimento delle autonomie possibili dell’individuo;

5.promuovere azioni atte al mantenimento delle capacità personali della persona con disabilità o in condizioni di non autosufficienza.

6.fornire risposte dirette a bisogni semplici o di media complessità, suggerendo una prima lettura dei bisogni della persona ed i servizi a lei accessibili in base al tipo di necessità.

Aree di intervento del PUA

Sono quattro le aree di intervento predisposte dalle Regioni.

accoglienza punto unico di accessoLe suddividiamo in:

Ad oggi, secondo ricerche sui distretti sanitari italiani dell’Agenas (Bellentani, 2011), i PUA svolgono per lo più la funzione di Punto Informativo ed Orientamento (66,7% dei casi) e di modalità organizzativa per l’inizio di accesso al servizio con convocazione dell’unità valutativa distrettuale (67,5% dei casi). Il 40% dei casi funge anche da sportello amministrativo ed il 34,9% dei PUA sono adibiti allo svolgimento dell’intero percorso di assistenza dal punto di vista organizzativo. Un dato buono, ma ambiamo a di più per il futuro.

Conclusioni

persona con disabilità utilizza il puaIn questi ultimi anni sono stati sviluppati differenti servizi di assistenza ai disabili e/o a persone non autosufficienti. Uno di questi, a livello nazionale, è il Punto Unico di Accesso o PUA, talvolta chiamato in modo differente Regione per Regione. Il PUA ha 4 aree di competenza (Accoglienza, Informazione ed Orientamento; Accompagnamento; Risoluzione di problemi semplici ed Osservatorio) ed è rivolto specialmente a persone con fasce di reddito molto basse. Numerose sono le prestazioni garantite da questo servizio e nel 35% circa dei casi i luoghi sono adibiti all’intero processo organizzativo di assistenza. Nel restante percento di casi, ogni PUA ha un punto di forza, che può corrispondere ad uno o più aree di competenza citate.